EFFETTI PSICOLOGICI DEL CORONAVIRUS A TERAMO
a cura della dott.ssa Broccolini Oriana psicoterapeuta/psicologa dell’emergenza
L’attenzione di questi giorni verte molto sull’emergenza sanitaria e sul timore della diffusione del virus , numerosi gli slogan e le iniziative per incentivare comportamenti socialmente corretti come stare a casa e uscire solo per motivi sanitari, emergenze e necessita’.
Numerosi i controlli delle forze dell’ordine per verificare le uscite dei cittadini o per evitare assembramenti dei giovani nei parchi, piazze e parchi fluviali.
E in un momento di crisi e di emergenza sanitaria, viene chiesto al cittadino di adeguarsi ai nuovi decreti che si susseguono, non c’e’ tempo di adattarsi al cambiamento e la mente umana va in confusione e in panico.
In questo clima di incertezze numerose le iniziative gratuite nel teramano da parte di associazioni e specialisti che hanno aderito alla campagna dell’ Ordine Psicologi Abruzzo “TUTTI UNITI CONTRO LA PAURA” che promuovono il sostegno psicologico a distanza tramite telefono, skipe e wzapp.
I sentimenti legati alla quarantena riguardano non solo le paure e angoscia di contaminazione, ma anche il senso di confusione e smarrimento, e preoccupazione per cio’ che si sta vivendo. Il cambiamenti piu’ drastici riguardano i cambiamenti legati allo stile di vita e perdita di punti di riferimento: isolamento sociale, mancanza di contatti familiari e amicali, perdita di lavoro, gestione del tempo, perdita delle routine quotidiane (momento sociale, uscite, attivita’ sportive, limitazione della liberta’ personale). A livello sistemico familiare la convivenza forzata e gli spazi limitati potrebero acuire i conflitti sia a livello genitoriale (genitori/figli) sia coniugale, e a questi stressor potebbero aggiungersi a quelli ambientali. Per gli adulti la gestione del tempo ruota alla ricerca ossessiva di notizie legate all’emergenza sanitaria, ai dati sul contagio creando paure amplificate e catastrofiche. Per gli adolescenti c’e’ una marcata difficolta’ ad accettare il limiti e i divieti proposti e una tendenza a rifugiarsi nei social e giochi on line, una sorta di paradiso virtuale per scacciare le paure e le angoscie degli adulti. E ai bambini si propongono attivita’ ludiche nel tentativo di informarli senza spaventarli troppo, e di intrattenerli con giochi e attivita’ scolastiche. Troppe emozioni da gestire, troppi pensieri, l’angoscia e il panico regnano padroni, modificando l’assetto cognitivo e creando credenze e pensieri catastrofici, amplificando problemi e difficolta’ preesistenti.
Si interviene in ambito sanitario, per assicurare la prevenzione del contagio, si opera sul fare e creare servizi essenziali per proteggere famiglie e categorie a rischio, ma poco si parla di emozioni e pensieri ed e’ per questo che e’ nato uno studio in corso promosso dal Centro di Formazione e Psicoterapia Es Psicologia in cui si stanno valutando gli effetti psicologici della quarantena e dell’emergenza corona virus.
Da commenti social, e da alcuni questionari somministrati queste sono le emozioni e le credenze maggiormente espresse
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Incredulita’ (mi sembra tutto surreale, sembra una terza guerra mondiale, tutto questo silenzio e’ assurdo….)
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Bisogno di rassicurazione (Andra’ tutto bene, per fortuna a Teramo ci sono pochi contagi rispetto alle altre regioni, i giovani e gli adulti in salute hanno meno probilita’ di essere contagiati….),
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Rabbia, preoccupazione e angoscia riguardanti i decreti e le decisioni dei politici al governo, o alla limitazione della liberta’ personale, paura di contagio e stigma sociale (Non so piu’ cosa far fare ai miei figli, ma perche’ delli del nord son venuti da noi a contagiarci, moriremo tutti o saremo contegiati)
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Emozioni riguardanti il distacco emotivo (Non ci pensiamo che passera’, dobbiamo superare la curva e poi ne usciremo, cerchiamo di non pensarci….)
La prima riflessione che sorge spontanea e’ che la mente umana cerca una difesa per lo stress, si preferisce esprimere sentimenti di rabbia per coprire il dolore o la paura, si cerca di intellettualizzare affidandoci a studi e ricerche scientifiche, il senso del tempo appare rallentato e ognuno cerca conforto nel proprio hobby o passione, (cucina, musica, studio…) e per questo ci si interroga su cosa e’ successo agli altri che prima di noi hanno attraversato la quarantena e l’ emergenza sanitaria del coronavirus prima di noi….
Effetti psicologici della quarantena nel mondo
Un interessante studio di Londra pubblicato su Luncet dai ricercatori del King’s College dal titolo “The psychological impact of quarantine and how to reduce it”, rileva come qli impatti psicologici della quarantena possono essere di lunga durata. Il nuovo studio ha esaminato l’impatto psicologico dei precedenti focolai di malattie analizzando 24 studi, condotti in 10 Paesi, su persone con sindrome respiratoria acuta grave (SARS), Ebola, influenza H1N1, sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS) e influenza equina.
Al King’s College London dicono che «Lo studio ha mostrato una vasta gamma di impatti psicologici della quarantena, tra cui sintomi di stress post-traumatico, depressione, sentimenti di rabbia e paura e abuso di sostanze». Alcuni di questi, in particolare i sintomi dello stress post-traumatico, durano a lungo dopo la quarantena. Chi ha una storia di disturbo psichiatrico e gli operatori sanitari sono quelli che subiscono i maggiori impatti psicologici.
La principale autrice dello studio, Samantha Brooks dell’Institute of psychiatry, psychology & neuroscience (IoPPN) del King’s College London ha spiegato che «Entrare in quarantena è un’esperienza che isola ed è spesso paurosa. Gli effetti possono ancora essere rilevati dopo mesi o anni e questo è di particolare preoccupazione e indica che durante il processo di pianificazione della quarantena dovrebbero essere messe in atto misure per minimizzare questi impatti psicologici ».
Con l’obiettivo di fornire raccomandazioni per la riduzione al minimo degli effetti, i ricercatori hanno studiato i fattori di stress che hanno avuto un certo livello di impatto psicologico durante la quarantena e dallo studio è emerso che «le quarantene quanto più lunghe sono quanto piu’ sono associate a una salute mentale peggiore».
Per quanto riguarda il periodo post-quarantena, anche le perdite finanziarie dovute all’incapacità di lavorare e allo stigma attorno alla malattia stessa possono essere collegate a problemi di salute mentale.
Un altro autore dello studio, Neil Greenberg dell’IoPPN, ha sottolineato che «Le persone in quarantena stanno già sperimentando un alto livello di paura riguardo all’infezione e alla possibilità di infettare gli altri. Quando sono in quarantena sono spesso inclini a interpretazioni catastrofiche degli eventi e l’assenza di informazioni accurate può aggravarlo. La nostra ricerca ha dimostrato che è importante che i soggetti in quarantena abbiano accesso a informazioni aggiornate e accurate”.
Nessuna ricerca precedente ha confrontato gli effetti psicologici della quarantena obbligatoria rispetto a quella volontaria, ma gli studi indicano che «L’aspetto altruistico della quarantena in termini di protezione degli altri potrebbe rendere più facile sopportare lo stress e la frustrazione della situazione».
In questa fase di studio e’ possibile lasciare il vostro contributo attivo lasciando le vostre riflessioni sull’emergenza coronavirus scrivendo a espsicologia@yahoo.com e in particolare rispondendo alle seguenti domande: Quali preoccupazioni e sentimenti vivo rispetto all’emergenza coronavirus, quali sono le mie piu’ grandi paure e quali risorse metto in atto per superare questo momento.
A cura della Dottoressa Broccolini Oriana Psicologa dell’emergenza autrice del volume Tornero’ a volare del 2009 ed emozioni e speranze di adolescenti Teramani nel sisma 2017.